I credenti che si lamentano delle bestemmie hanno paura di Dio


Dio è onnipotente, ma vedendo il comportamento dei credenti che lo "difendono" dalle bestemmie, capiamo che non è abbastanza maturo da difendersi da solo dagli insulti.


Le divinità dell'Antica Grecia non erano onnipotenti, quindi potremmo dire che, difendere Zeus o la dea Atena, poteva anche (volendo esagerare, eh) essere giusto, nel senso che poteva esserci un minimo di senso logico nel difendere l'onore di una divinità che, pur essendo tale, era comunque limitata.


Come mai, allora, quelli che dicono di credere in un Essere Onnipotente, si sentono in dovere di difenderlo?
Semplice: siccome la credenza nella loro divinità si basa anche sulla paura della collera divina, quando sentono una bestemmia in loro sale il "Timor di Dio", si sentono "sporchi", come se fossero stati loro a bestemmiare.

Senza questo timore, i credenti non solo non si preoccuperebbero di difendere l'onore del loro Creatore, ma riderebbero delle bestemmie dei miscredenti.
Del resto, nell'Antico Testamento c'è scritto che i bestemmiatori dovrebbero essere condannati a morte: quindi c'è poco da sorridere, almeno per chi crede in un dittatore celeste.

"Il Dio dell'Antico Testamento è forse il personaggio più sgradevole di tutta la letteratura: geloso e fiero di esserlo, è un castigamatti, meschino, iniquo e spietato; sanguinario istigatore della pulizia etnica; un bullo misogino, omofobo, razzista, infanticida, genocida, figlicida, pestilenziale, megalomane, sadomasochista e maligno secondo il suo capriccio. 
Quelli di noi che si sono familiarizzati con i suoi metodi fin dall'infanzia hanno finito per non accorgersi più di quanto siano orrendi."
(Richard Dawkins, l'Illusione di Dio, 2006)

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